Captain Hook
Roy Levesta Jones Jr. (Pensacola, 16 gennaio 1969) è un ex pugile, rapper, commentatore televisivo e attore statunitense naturalizzato russo. Soprannominato Junior, Captain Hook, RJJ o RJJR, ha vinto come pugile professionista titoli mondiali in quattro categorie di peso. Ha vinto la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Seul nel 1988. Annoverato tra i migliori pugili di sempre, Jones è l’unico nella storia della disciplina ad aver iniziato la carriera nei pesi medioleggeri e ad aver vinto un titolo mondiale dei pesi massimi. La rivista Ring Magazine lo ha nominato pugile dell’anno nel 1994. È inoltre considerato il pugile più forte degli anni novanta dalla Boxing Writers Association statunitense, ed ha conquistato il titolo IBF in più categorie di peso: medi, supermedi e mediomassimi. Jones è ricordato soprattutto per aver vinto il titolo WBA dei massimi, divenendo il primo boxeur in 106 anni ad aver ottenuto una corona mondiale sia nei medi che nei massimi. Ha inoltre posseduto sette titoli mondiali contemporaneamente: WBC, WBA, IBF, IBO, NABF, WBF e IBA, sempre nei mediomassimi. Dal 2015 ha la cittadinanza russa, richiesta per motivi di lavoro a seguito delle sue frequenti visite nel paese. È laureato in legge alla University Of West Florida. Come pugile dilettante vinse le Olimpiadi Jr. Nazionali nel 1984, il National Golden Gloves statunitense nel 1986 e nel 1987. Venne tuttavia sconfitto dal rivale Gerald McClellan, che sarebbe successivamente diventato negli anni novanta campione mondiale WBO e WBC dei pesi medi. Malgrado le aspettative non fu mai organizzato un incontro professionistico tra Jones ed il rivale McClellan, soprattutto a causa dei danni neurologici permanenti subiti da quest’ultimo dopo un incontro con il campione mondiale dei supermedi Nigel Benn a Londra nel 1995. Jones terminò la sua carriera da dilettante con un record di 121 vittorie contro 13 sconfitte. Più tardi rappresentò gli Stati Uniti alle Olimpiadi di Seoul nel 1988, dove raggiunse la finale dopo aver dominato tutti i suoi avversari, senza perdere neanche un round. Lo statunitense ottenne la medaglia d’argento. Jones venne premiato con il trofeo Val Barker come miglior pugile dei giochi del 1988, terza e ultima volta in cui un riconoscimento del genere non fu consegnato ad un vincitore di una medaglia d’oro. Quando Jones decise di diventare un pugile professionista, egli aveva già collaborato con diversi atleti di tutto rispetto, come il campione NABF Ronnie Essett, il campione mondiale IBF Lindell Holmes ed il leggendario Sugar Ray Leonard, 10 volte campione del mondo. Jones debuttò come pugile professionista il 6 maggio 1989 a Pensacola, sua città natale, contro Ricky Randall, sconfiggendolo per KO tecnico alla 2ª ripresa. Nell’incontro successivo il nativo di Pensacola affrontò il ben più esperto Stephan Johnson ad Atlantic City, vincendo per KO all’8º round. Il giovane Jones continuò la sua striscia di vittorie, raggiungendo un record di 15-0 (15 KO) prima di avanzare di categoria. Nella divisione seguente affrontò come primo avversario il campione del mondo dei welter Jorge Vaca. L’incontro, in Pay-per-view, si svolse il 10 gennaio 1992. Jones riuscì ad imporsi per KO al 1º round, ponendo fine al match e aggiungendo così 1 altro KO (il 16 consecutivo) al suo record. Nei mesi successivi, dopo un’ulteriore vittoria per KO, Jones superò anche il futuro campione mondiale Jorge Castro. Jones ebbe la possibilità di conquistare il suo primo titolo mondiale il 22 maggio 1993: nell’occasione si confrontò con il futuro campione indiscusso dei medi Bernard Hopkins. L’incontro, svoltosi a Washington D.C., vide Jones trionfare 116-112 secondo tutti e tre i cartellini dei giudici. Con questa vittoria Roy Jones Jr. divenne così il nuovo campione IBF dei pesi medi. L’annata del 1996 fu anch’essa, per Jones, ricca di successi: ulteriori vittorie e tre incontri consecutivi terminati prima del limite. Grazie alle sue prestazioni inanellate nel corso degli anni, Jones consolidò il suo status di nuova stella dei pesi medi. La prima vittoria dell’anno fu ai danni di Merqui Sosa, sconfitto alla 2ª ripresa per KO. Successivamente fu il turno del canadese Eric Lucas, costretto a gettare la spugna alla fine dell’11º round. Il 3º atleta a cedere sotto i colpi del pugile di Pensacola fu invece Bryant Brannon. Il match, svoltosi a New York, terminò con il KO tecnico di Brannon alla 2ª ripresa. Roy, inoltre, in quel periodo non faceva solo il pugile, ma anche il cestista. Giocava in vari eventi e prima dell’incontro con Eric Lucas aveva persino partecipato ad una partita di pallacanestro con i Jacksonville Barracudas; è stato il primo atleta a fare una cosa simile. L’ultimo pugile sconfitto da Roy Jones nel 1996 fu il giamaicano Mike McCallum, divenuto poi membro della International Boxing Hall of Fame. McCallum fu sconfitto ai punti in una gara tutto sommato equilibrata. Con questa vittoria Jones si fregiò del titolo WBC dei massimi leggeri, allora vacante. Per la sorpresa generale, il 21 marzo 1997 Jones subì la sua prima sconfitta da professionista, sebbene per squalifica, contro Montell Griffin. Jones era avanti in tutti e tre i cartellini dei giudici, quando, alle prime battute della 9ª ripresa, atterrò l’avversario. Mentre quest’ultimo era al tappeto, Jones lo colpì altre due volte, subendo così la squalifica e perdendo il suo titolo. Il pugile di Pensacola chiese immediatamente una rivincita, che si svolse il 7 agosto del medesimo anno. L’allenamento di Roy per questa seconda sfida fu molto duro e intenso. Nel loro 2º match Jones diede prova delle sue qualità facendo vacillare l’avversario nei primi secondi del 1º round e atterrandolo pochi minuti dopo con un letale sinistro. Ice Griffin, stordito, cercò di rialzarsi ma cadette nuovamente nel tentativo di rimettersi in posizione eretta. L’incontro terminò così per KO tecnico, e con la vittoria Junior riconquistò la sua cintura persa contro Griffin, dimostrando che era lui, effettivamente il più forte tra i due. Il nuovo millennio iniziò per Jones il 15 gennaio 2000 con un successo contro David Telesco ai punti dopo 12 riprese, al Radio City Music Hall; si riconfermò così campione dei massimi leggeri. Jones si era anche fratturato il polso poche settimane prima della gara. Entrò sul ring circondato da una schiera di famosi ballerini, i Rockettes. Il suo incontro successivo si svolse ad Indianapolis ed era la prima volta che un evento del genere si svolgeva lì. Conservò il suo titolo battendo Richard Hall al Conseco Fieldhouse per KO tecnico all’11ª ripresa. Un controllo antidroga prima dell’incontro scoprì però la presenza di androstenedione nel sangue di entrambi gli atleti; la sostanza era bannata dalla IBF. L’androstenedione era uno steroide naturale disponibile come supplemento fino al 2004, quando il DEA decretò che la vendita della sostanza era illegale. Più tardi Jones ammise di aver fatto uso della sostanza, venduta alla GNC e presso altri negozi. Fortunatamente per lui, Jones non subì alcun tipo di sanzione e non fu sospeso né denunciato dalla IBF. Il commissario della Indiana Boxing Jacob Hall affermò in seguito che nello stato dell’Indiana non era presente una legge riguardo a test antidroga positivi, e, con un accordo, Jones venne costretto a sottoporsi a 2 test antidroga successivi, presso la commissione dell’Indiana. Entrambi i test diedero un esito negativo. Jones non è mai più risultato positivo. Jones terminò il 2000 con una vittoria sull’imbattuto connazionale Eric Harding per KO tecnico all’11º round a New Orleans. Harding abbandonò la contesa dopo aver accusato un forte dolore al bicipite del braccio sinistro per un pugno subito alla 2ª ripresa e, su consiglio del suo allenatore, aveva deciso di non proseguire l’incontro. Jones, pur essendo nettamente in vantaggio ai punti (98-93, 97-93, 96-94), non brillò particolarmente in questa gara, tanto che il pubblico, al 9º round, aveva persino incitato Harding a combattere. Nel 2001 Jones entrò nel mondo della musica pubblicando il suo album di debutto Round One: The Album, un CD di musica hip hop e rap. Lo stesso anno difese la sua cintura contro Derrick Harmon per KO alla 10ª ripresa e contro il futuro campione Julio César González per decisione unanime. Il 1º marzo 2003, a Las Vegas. Roy Jones sconfisse John Ruiz ai punti dopo 12 riprese, strappandogli la corona WBA dei pesi massimi. Dopo la sconfitta Ruiz incolpò l’arbitro, reo di non averlo lasciato combattere alla sua maniera. Alla vigilia Jones registrò un peso di 193 libbre, contro le 226 dell’avversario: una grande differenza che però Ruiz non riuscì a sfruttare sul ring. Con questa vittoria Jones centrò un record storico, divenendo il primo ex peso medio in grado conquistare una corona dei massimi in 106 anni di storia della boxe. Jones divenne inoltre il primo pugile ad iniziare la carriera come peso medio jr. e a vincere una cintura dei pesi massimi. Tuttavia egli decise di continuare la sua carriera nella categoria dei massimi leggeri, rendendo vacante il titolo da poco conquistato e senza tentare di difenderlo. Il 23 dicembre 2005 venne annunciato che Jones avrebbe affrontato Bernard Hopkins l’11 marzo 2006, in un atteso rematch a molti anni di distanza dal loro primo scontro che aveva visto trionfare Roy. Tuttavia, a causa di motivi finanziari, il match venne annullato. Jones affrontò invece Prince Badi Ajamu il 29 luglio 2006 al Qwest Arena di Boise, Idaho, sconfiggendolo ai punti dopo 12 riprese. Questa fu la sua prima vittoria dopo le sconfitte subite contro Antonio Tarver e Glen Johnson. Il 14 luglio 2007, al Mississippi Coast Coliseum di Biloxi, Jones sfidò l’imbattuto Anthony Hanshaw per il titolo IBC dei massimi leggeri. Hanshaw fu atterrato nell’11ª ripresa ma si rialzò e continuò a combattere sino alla fine dei 12 round. Alla fine dei conti fu Jones a trionfare, per decisione unanime. Con la vittoria conquistò così la cintura IBC della divisione. Dopo la controversa vittoria dell’imbattuto Joe Calzaghe su Bernard Hopkins e quella di Roy su Tito Trinidad, l’8 luglio 2008 il campo di Jones e quello del pugile italo-gallese annunciarono un match tra i due. Lo scontro tra i due noti campioni si svolse l’8 novembre 2008 al Madison Square Garden di New York ed era valido per il titolo The Ring dei massimi leggeri, in possesso del Drago italiano. Questo fu anche l’ultimo match di Calzaghe, poiché quest’ultimo aveva annunciato il suo ritiro il 5 febbraio 2009. Jones non vinceva convincendo i suoi tifosi dal 2003, quando aveva conquistato la cintura dei massimi ai danni di John Ruiz. Inoltre, la percezione che aveva la gente su di lui dopo il ritorno ai massimi leggeri non era più la stessa e le persone non lo consideravano più il Roy Jones degli anni d’oro. Lo scontro fu inizialmente organizzato per il 20 settembre 2008, ma dopo un infortunio al polso subito da Calzaghe durante gli allenamenti venne posticipato all’8 novembre. L’incontro attirò anche l’interesse di una folta schiera di media. Il 21 marzo 2009 Jones affrontò e sconfisse Omar Sheika, vincendo la gara tramite KO alla 5ª ripresa. Si trattava della sua prima vittoria per KO in 7 anni di digiuno, dopo il successo con Clinton Woods nel 2002. Sheika aveva vinto 27 dei 35 incontri disputati e aveva anche sconfitto Glen Johnson, l’uomo che aveva messo KO Jones nel 2004. Roy Jones ha affrontato il campione dei medi Jeff Lacy il 15 agosto 2009 a Biloxi, per la corona NABO dei massimi leggeri. A 40 anni d’età, Jones dimostrò di essere ancora in buona forma fisica, riuscendo a sconfiggere l’avversario in 10 riprese e riconfermandosi campione della federazione nord-americana. Alla fine del 10 round, l’angolo di Jeff Lacy decise di gettare la spugna, dopo che Jones aveva dominato tutto l’incontro. Prima del match Lacy non era mai stato atterrato e aveva sempre perso ai punti. Pare anche che il campione della UFC Anderson Silva volesse sfidare Jones in un match di boxe, al termine del suo contratto con la promozione di arti marziali miste. Tuttavia non venne organizzato nulla. Nel settembre 2009 Bernard Hopkins e Junior si accordarono per un incontro di rivincita tra Jone e Green da effettuare nel 2010, in caso di vittoria del campione di Pensacola contro Danny Green. Il 3 aprile 2010 Jones ha affrontato “l’acerrimo” nemico Bernard Hopkins, a 17 anni di distanza dal loro primo incontro. L’incontro, scorretto dal punto di vista professionale e privo di momenti particolarmente emozionanti, è terminato con la sconfitta, la seconda consecutiva, da parte del pugile di Pensacola. Jones avrebbe dovuto affrontare Dawid Kostecki in un incontro da 10 round in Polonia, il 30 giugno 2012. Giorni prima del match, Kostecki però viene arrestato per sfruttamento della prostituzione. Viene sostituito da Paweł Głażewski, un giovane e inesperto campione cruiser che mette in seria difficoltà Jones durante il match soprattutto al 6º round. I giudici però danno la vittoria finale a Jones per Split Decision (96-93, 96-94 per Jones e 95-94 per Glazewski), un verdetto fischiato lungamente dal pubblico. Dopo la vittoria sul polacco Paweł Głażewski, Jones ha iniziato con più frequenza a disputare incontri al di fuori degli Stati Uniti. Il 21 dicembre 2013 è salito nel ring per affrontare il franco-algerino Zine Eddine Benmakhlouf, con in palio il titolo vacante WBU dei pesi massimi leggeri. Nel corso dell’incontro Jones è riuscito a mandare al tappeto il nemico, non riuscendo però a sferrare un KO definitivo e vincendo la sfida per decisione unanime dopo 12 round. Il 26 luglio 2014, all’età di 45 anni, Roy Jones ha affrontato l’inglese Courtney Fry nella sua prima difesa del titolo WBU. L’incontro, privo di momenti particolarmente accesi, si è ravvivato nel quinto round dopo un gancio sinistro di Jones che ha fatto crollare Fry, il quale è riuscito ad alzarsi e a terminare la ripresa. Alla fine del round, tuttavia, l’angolo dell’inglese ha deciso di terminare l’incontro, dando a Jones la vittoria per ritiro. Il 26 settembre 2014, esattamente due mesi dopo, Jones è tornato nel ring per affrontare Hany Atiyo, pugile egiziano di 14 anni più giovane, con in palio la cintura WBU. Lo statunitense, subito alla prima ripresa, è riuscito a penetrare la difesa del campione con un preciso gancio al corpo facendo crollare al tappeto Atiyo, il quale non è riuscito ad alzarsi prima del “dieci” dell’arbitro. A sei mesi di distanza, il 6 marzo 2015 Jones affronta il connazionale Willie Williams, pugile poco quotato. Sconfigge l’avversario per KO tecnico alla seconda ripresa dopo averlo scosso con un gancio sinistro seguito da una rapida combinazione di colpi al volto e al corpo. Per la terza difesa del titolo WBU, dopo solamente tre settimane, Jones torna sul ring il 28 marzo contro un altro connazionale, Paul Vasquez, al Pensacola Bay Center, nella sua città natale. Nonostante l’età avanzata, al termine della prima ripresa Jones mette in mostra una raffica di colpi veloci, il proprio marchio di fabbrica, riuscendo a far crollare l’avversario al tappeto e vincendo l’incontro per KO tecnico. Soprannominato Junior e protagonista di una lunghissima carriera, Jones è considerato uno dei pugili più forti della sua generazione, forse il migliore degli anni novanta. Come professionista ha disputato 75 incontri, vincendone 66 e perdendone 9. Il passaggio ai pesi massimi, con successivo ritorno ai massimi leggeri, è stato sicuramente un fattore importante della sua carriera. Dal 2003 la velocità di Jones è cominciata a diminuire, probabilmente a causa dell’avanzare dell’età, e nonostante le vittorie successive, che parevano averlo riportato agli antichi fasti, lo statunitense è tornato al KO solo nel 2009, a distanza di 7 anni dall’ultimo. Un segnale dell’evidente declino di Jones è stata la netta sconfitta per decisione unanime contro Joe Calzaghe, occasione in cui lo statunitense ha esibito una prestazione deludente rispetto alle aspettative. È da sottolineare anche la sua sconfitta lampo al 1º round contro l’australiano Danny Green. È da notare che prima del secondo match contro Antonio Tarver non aveva mai perso per KO o ai punti, in 50 incontri disputati. È opinione comunque che il miglior Roy Jones Jr. sia quello che si è espresso nel periodo da massimo leggero, attorno a metà anni ’90. Nel picco della sua carriera era un pugile assai difficile da centrare, dotato di rapidità e grande esplosività. Abile con entrambe le mani (anche se prediligeva l’utilizzo del sinistro, risultato letale per molti avversari), era capace di sferrare colpi potenti ed incisivi. A queste caratteristiche egli univa un buon allungo e ottimi riflessi, nonché un notevole gioco di gambe. Era nota anche la sua tendenza nello schernire l’avversario con danze, gesti e vari movimenti a match in corso. Famose anche le sue finte, che ingannavano gli avversari, e il movimento rotatorio della sua spalla, che precedeva quasi sempre ad un probabile colpo da KO.