Peter Buckley, il pugile più scarso di tutti i tempi
È stato il pugile più scarso del mondo, con un incredibile record negativo di sconfitte, 256 su 300. Adesso, la storia di Peter Buckley, boxeur inglese ritiratosi nel 2008 alla soglia dei 40 anni, rivive grazie a Sparring, film presentato all’ultimo Festival di Locarno che ne celebra le «doti» ispirandosi indirettamente alla sua vita e quelli come lui: (in)capaci di emergere a livello professionale, eppure vincenti a loro modo.
Partito nei super piuma, e gradualmente passato poi ai pesi welter, si distinse in un percorso come tanti sognatori (e giramondo) a rincorrere il salto vero, dividendosi tra famiglia e ingaggi utili solo a tirare a fine mese, pronto a tutto, a tappare i buchi, all’ultimo momento, reduce magari da altri combattimenti, risolvendo defezioni, accettando qualunque cosa, ad umiliarsi per senso del bisogno, una regola dei perdenti.PUBBLICITÀ
Senza padre già a 15 anni, trovò però nell’allenamento il modo di evitare il carcere, salvandosi dalla delinquenza. Di sconfitta in sconfitta, fu soprannominato così Il Professore perché, con e su lui, come a scuola, alcuni futuri campioni si formarono, iniziando da quel momento un percorso, come se, combatterci, dovesse diventare un rito di passaggio. Lontano dai soldi, il business, diritti televisivi, incontri del secolo, forse troppo padroni assoluti, è stato, a suo modo, indubbiamente il testimonial vero di un universo normale.