Cenni di storia
Il pugilato (in inglese boxing; in francese boxe) è uno dei più antichi e noti sport da combattimento.A livello competitivo esso si svolge all’interno di uno spazio quadrato chiamato ring, tra due atleti che si affrontano colpendosi con i pugni chiusi (protetti da appositi guantoni), allo scopo di indebolire e atterrare l’avversario. Questo sport è conosciuto, a partire dal XVIII secolo, anche come “la nobile arte”, richiedendo ai suoi praticanti caratteristiche come coraggio, forza, intelligenza e velocità.Il pugilato nasce come sport di difesa personale, e risulta essere il mezzo di difesa personale più antico al mondo, in quanto i pugni sono il primo istinto dell’uomo nella difesa personale stessa. Era praticato già nell’Antica Grecia e nell’Antica Roma; i pugni erano fasciati con lunghe strisce di cuoio per proteggere le nocche in cui a volte venivano inserite anche placche di metallo. Nel XVIII secolo venne strutturato affinché si potesse praticare a livello agonistico.James Figg può essere ricordato come il padre della boxe. Fu egli che con la propria opera diffuse le esibizioni di pugilato e la sua iniziativa rese possibile l’apertura di molti altri anfiteatri in Inghilterra. Il pugilato ebbe un grande successo sia per il numero di praticanti che per il numero di sostenitori, tanto che l’Inghilterra fu il primo paese al mondo in cui nacque la figura del pugile professionista. Raggiungere la vittoria nel titolo di campione di Inghilterra significava raccogliere un enorme prestigio e vincere concrete somme di denaro. Il titolo di campione di pugilato inglese dal 1700 fino alla prima metà del XIX secolo fece la storia di questo sport, e praticamente equivaleva al titolo di campione del mondo.Nel 1865 John Sholto Douglas scrisse, insieme all’atleta John Graham Chambers le regole del marchese di Queensberry, ovvero il codice della boxe scientifica che contiene i fondamenti principali comuni anche alla boxe moderna.Guantoni: obbligatorio l’uso dei guantoni.Round: l’incontro è diviso in più riprese di tre minuti l’una con un intervallo di uno; non vi erano limiti prestabiliti nel numero di riprese, concordato prima fra i pugili, o a discrezione dell’arbitro.KO: il pugile perdeva se non si riprendeva dai colpi ricevuti entro 10 secondi, mentre il pugile avversario doveva aspettare il comando dell’arbitro per riprendere a colpire.Categorie di peso: i pugili sono divisi in categorie di peso.Non possono avvenire incontri tra atleti di categorie differenti. Le categorie erano inizialmente soltanto tre: leggeri, medi e massimi.ll pugilato trovò rapida diffusione negli Stati Uniti d’America a tal punto che nel 7 febbraio 1882 lo statunitense John Lawrence Sullivan vinse il campionato del mondo categoria pesi massimi battendo il detentore Paddy Ryan, un colosso irlandese emigrato negli USA. Con questa vittoria il centro d’interesse della boxe mondiale si spostò definitivamente dall’Inghilterra agli Stati Uniti.Nel 1889 fu disputato l’ultimo incontro senza guantoni valido per i pesi massimi con il quale Sullivan mantenne il titolo. Dal successivo incontro del 7 settembre 1892, Sullivan e Corbett si affrontarono con i guantoni, le regole di Douglas erano ormai definitivamente accettate.Nel 1908 si affermò a livello mondiale Jack Johnson, il primo pugile di colore statunitense che stupì tutti per la sua boxe intelligente e rapida. Cedette il titolo nel 1915 perdendo contro il cowboy Jess Willard detto “il gigante” poiché alto oltre due metri e pesante 110 kg. Il pugilato diffuso in Italia nei primi anni nel secolo creò la sua federazione organizzatrice la FPI (Federazione Pugilistica Italiana) nel 1916 a San Remo. I padri fondatori furono Goldsmith (Presidente) e Lomazzi (vice Presidente).Nel 1920 ci furono i primi campionati italiani. La sede nazionale diventò Milano per poi trasferirsi a Roma nel 1929.