Emile Alphonse Griffith (Saint Thomas, 3 febbraio 1938 – Hempstead, 23 luglio 2013) è stato un pugile statunitense, originario delle Isole Vergini.
La International Boxing Hall of Fame lo ha riconosciuto fra i più grandi pugili di ogni tempo.
Fu eletto Fighter of the year (pugile dell’anno) del 1964 dalla rivista statunitense Ring Magazine.
Lasciata la boxe, avendo donato la gran parte dei suoi guadagni alla sua famiglia, si ritrovò povero. Negli anni duemila sviluppò una forma di sindrome da demenza pugilistica che lo obbligò a dover ricevere assistenza a tempo pieno. Nel 2010 fu organizzata una raccolta fondi per aiutarlo, di cui, in Italia, il promotore fu il suo rivale sul ring Nino Benvenuti.
Morì il 23 luglio 2013 all’ospedale di Hempstead, Long Island, nello stato di New York.
La carriera
Campione mondiale nelle categorie dei pesi welter e medi, è stato il primo pugile originario delle Isole Vergini a conquistare la corona di campione del mondo professionisti.
In una carriera professionistica durata quasi vent’anni, dal 1958 al 1977, ha disputato complessivamente 24 match validi per i titoli mondiali delle tre categorie di cui è stato campione.
Stabilitosi a New York, da dilettante vinse, nel 1958, i New York Golden Gloves. La sua carriera da professionista, iniziata nello stesso anno, fu segnata dalla tragica conclusione del match valido per il campionato mondiale dei welter disputato contro Benny Paret il 24 marzo 1962. Griffith ridusse l’avversario in stato di incoscienza e questi morì dopo nove giorni. A Griffith fu mossa l’accusa di aver volontariamente infierito sull’avversario anche a causa di presunte dichiarazioni offensive riferite alla sua bisessualità.
Traumatizzato dall’accaduto, Griffith sconfisse Dick Tiger conquistando il mondiale dei pesi medi, nonostante in molti sostenessero che – dopo la morte di Paret – non fosse più al massimo livello. Il titolo gli fu tolto da Nino Benvenuti al termine di una sequenza di ben tre incontri fra il 1967 ed il 1968.
Altri famosi avversari di Griffith furono: Rubin Carter, Denny Moyer, Luis Manuel Rodríguez, Carlos Monzón, José Nápoles e Eckhard Dagge.
Il palmares di Griffith è di 85 vittorie (25 KO), 24 sconfitte (2 KO) e 2 pareggi oltre a un no-contest contro Juan Carlos Duran ottenuto a Roma l’11 marzo 1964.
Nel 2005 fece coming out sulla propria bisessualità in un’intervista per Sports Illustrated.
Nel 2008 pubblicò il libro Nine Ten and Out! The Two Worlds of Emile Griffith
Nel 2010, ad aprile, fu protagonista di un evento chiamato “Magic Tour”, organizzato da Anita Madaluni, voluto dall’ex rivale poi amico fraterno Nino Benvenuti: una serie di tappe in diverse città d’Italia che ebbero il patrocinio dell’Università La Sapienza, della Confartigianato, della Lega Nazionale Dilettanti, diverse Amministrazioni (fra le quali il Comune di Cervia e il Campidoglio di Roma) attraverso incontri istituzionali, programmi televisivi e radiofonici (tra questi RAI, Sky, Radio Vaticana, Internazionali di Tennis), numerosi servizi giornalistici su quasi tutte le testate italiane e molte americane, un docufilm e un libro (“Diari Paralleli”) che raccolsero fondi a suo favore, sostenendo soprattutto l’Alzheimer che lo aveva colpito.
La sua ultima apparizione pubblica risale al 13 febbraio del 2011, in un gremito Radio City Music Hall, in cui venne portato sul palco in carrozzella dallo stesso Benvenuti, durante una serata dedicata al grande Carosone, presentata da Gigi D’Alessio, con la partecipazione straordinaria di stelle internazionali quali Paul Anka, Liza Minnelli, Silvester Stallone, Manhattan Transfer e, fra gli italiani, Enrico Brignano, Valeria Marini, Mario Biondi, Christian De Sica, Paolo Conticini.
Lo regala alla storia un reportage (l’ultimo, a tu per tu) realizzato nella sua abitazione di Hempstead, NY, per la rubrica LA STORIA di Repubblica (http://www.repubblica.it/rubriche/la-storia/2011/03/03/news/benvenuti_aiuta_griffith-13140815/ ) che lascia, del grande campione, un affresco dell’ultima parte della sua avventurosa esistenza.
Lasciata la boxe, avendo donato la gran parte dei suoi guadagni alla sua famiglia, si ritrovò povero. Negli anni duemila sviluppò una forma di sindrome da demenza pugilistica che lo obbligò a dover ricevere assistenza a tempo pieno. Nel 2010 fu organizzata una raccolta fondi per aiutarlo, di cui, in Italia, il promotore fu il suo rivale sul ring Nino Benvenuti.
Morì il 23 luglio 2013 all’ospedale di Hempstead, Long Island, nello stato di New York.