Ron Howard racconta la storia di James Braddock
Cinderella Man – Una ragione per lottare (Cinderella Man) è un film del 2005 diretto da Ron Howard, ed ispirato alla vera storia dell’ex campione dei pesi massimi James J. Braddock, che aveva questo soprannome, interpretato nella pellicola dall’attore Russell Crowe. Nel film Jim Braddock è un giovane irlandese cresciuto nelle strade. È una promessa della boxe nella categoria dei massimi leggeri ma si trova costretto a smettere dopo aver perso numerosi incontri ed essersi fratturato più volte la mano destra. Nel periodo in cui gli Stati Uniti attraversano la Grande Depressione, Braddock svolge diversi lavori di fatica, specie come portuale, per mantenere la sua famiglia, ma sogna ancora di tornare alla boxe ad alto livello. Grazie alla cancellazione all’ultimo minuto dell’impegno di un altro pugile, Braddock ha una seconda possibilità per combattere ma si trova ad affrontare il numero due al mondo e viene considerato solo come un allenamento. Braddock stupisce gli esperti del pugilato e i fans mettendo al tappeto alla terza ripresa il suo eccellente avversario. Continua a vincere e in breve tempo viene a rappresentare le speranze e le aspirazioni del pubblico americano alle prese con la Depressione.Soprannominato “Cinderella Man” (“il Cenerentolo”), in una delle più grandi sorprese della storia del pugilato riesce a sconfiggere l’arrogante Max Baer e a divenire il campione mondiale dei pesi massimi.James Braddock saliva sul ring col nome di James J. Braddock, probabilmente in omaggio a due precedenti campioni: James J. Corbett e James J. Jeffries. Il suo riemergere da una carriera che sembrava rovinata (in quanto perse molti incontri, prima di essere costretto, per sostenere la sua famiglia, a lavorare al porto durante la Grande Depressione) gli valse il soprannome, attribuitogli da Damon Runyon, di Cinderella Man (l’uomo Cenerentola). Il suo manager era Joe Gould.Braddock nacque a Hell’s Kitchen, un sobborgo di Manhattan a un paio di isolati dal Madison Square Garden, l’arena che lo avrebbe reso famoso. La sua famiglia, di origini irlandesi e cattolica, era assai povera; Braddock raccontò che da giovane aspirava a frequentare l’Università di Notre Dame e il suo sogno era di giocare a football col gruppo dei Four Horsemen allenati dal famoso Knute Rockne, tuttavia lui stesso affermava di avere “più carne che cervello”. Dopo una carriera da pugile amatoriale, durante la quale vinse il campionato amatoriale del New Jersey (nelle categorie dei pesi massimi e dei pesi mediomassimi), a 21 anni divenne professionista nei pesi mediomassimi; in tre anni Braddock ottenne 34 vittorie (21 per KO), 5 sconfitte e sette pareggi.