The executioner
Bernard Humphrey Hopkins Jr. (Filadelfia, 15 gennaio 1965) è un ex pugile statunitense. Tra i pugili più longevi di sempre, fu campione dei pesi medi dal 1995 al 2005, unificando e mettendo in palio i suoi titoli per un totale di 20 difese. Il suo regno, durato 10 anni, 2 mesi e 17 giorni, fu il più lungo di sempre nella storia dei pesi medi. Vinse infatti il titolo IBF della divisione nel 1995, a cui poi si aggiunsero le corone WBC, WBA e The Ring nel 2001 ed infine WBO nel 2004. Ciò lo rese inoltre il primo a possedere contemporaneamente i titoli delle maggiori organizzazioni professionistiche di pugilato. La rivista The Ring lo nominò terzo nella classifica dei “10 migliori pesi medi degli ultimi 50 anni”, oltre che pugile dell’anno (fighter of the year) nel 2001. Dopo aver perso i titoli dei pesi medi nel 2005, salì ai mediomassimi e nel 2007 vinse i mondiali The Ring ed IBO della categoria all’età di 42 anni. Nel 2011, a 46 anni, conquistò invece la cintura WBC, superando il record precedentemente stabilito da George Foreman (45) come il più vecchio pugile iridato nella storia della boxe. Migliorò ulteriormente il suo record nel 2013 e 2014 (49 anni e 94 giorni), ottenendo rispettivamente i titoli IBF e WBA della divisione. Soprannominato “The Executioner”, o anche “B-Hop” e “The Alien”, era noto per il suo stile di combattimento altamente strategico e difensivo e si distingueva per la sua capacità di adattarsi alle caratteristiche tecniche degli avversari. È socio di minoranza all’interno della Golden Boy Promotions. Nato da Bernard Hopkins Sr. e dalla moglie Shirley, Hopkins crebbe nel quartiere Raymond Rosen di Filadelfia con la sua famiglia. Passò una gioventù particolarmente difficile, caratterizzata da risse, rapine e aggressioni – tanto che lui stesso fu pugnalato per tre volte. A diciassette anni Hopkins fu condannato a 18 anni di reclusione per nove reati. In carcere assistette a vari stupri e all’assassinio di un altro detenuto in una rissa per un pacchetto di sigarette, ma allo stesso tempo scoprì anche la passione per il pugilato. Dopo quasi cinque anni di carcere fu scarcerato e scelse così di dedicarsi al pugilato, per sfuggire ad una vita contrassegnata da brutti episodi. In quel periodo si convertì anche all’Islam. Quando ha lasciato definitivamente il carcere, un guardiano gli ha detto: “Ci vediamo di nuovo non appena tornerai in prigione”; Hopkins gli ha risposto: “Non ci torno più qui.” Il giovane Bernard entrò nel mondo del pugilato come peso mediomassimo, perdendo ai punti nel suo incontro di debutto contro Clinton Mitchell, l’11 ottobre 1988ad Atlantic City, New Jersey. Dopo questa iniziale delusione e uno stop di sedici mesi, riprese a combattere come peso medio, vincendo su decisione unanime contro Greg Paige il 22 febbraio 1990. Tra il febbraio del 1990 e il settembre del 1992, Hopkins vinse venti incontri senza più perdere: 15 vittorie per KO tecnico, 11 delle quali già al primo round. La sua prima opportunità per un titolo mondiale arrivò il 22 maggio 1993 a Washington DC, contro l’astro nascente Roy Jones Jr. per la cintura vacante IBF dei medi. Dopo aver subito l’iniziativa del nemico per tutta la durata del match, Hopkins venne sconfitto per verdetto unanime con i punteggi di 116–112. Egli ebbe comunque l’opportunità di recuperare e seppe mantenere il suo ranking mondiale, difendendo la sua cintura USBA (conquistata un anno prima) in altre tre occasioni. In un’intervista del 7 novembre 2008, Hopkins rivelò di aver lanciato una rivincita a Jones poco tempo dopo il loro match, ma quest’ultimo avrebbe rifiutato. Dopo la vittoria su Trinidad, Hopkins difese il titolo di campione indiscusso dei pesi medi in sei incontri. Sconfisse Carl Daniels il 2 febbraio 2002 per KO tecnico al decimo round; Morrade Hakkar il 29 marzo 2003 per KO tecnico all’ottavo round; William Joppy il 13 dicembre 2003 per verdetto unanime; Robert Allen il 5 giugno 2004 sempre per decisione unanime. A quarant’anni, età in cui la maggior parte dei pugili si è già ritirata, Hopkins raggiunse la ventesima difesa del titolo. Questa avvenne il 19 febbraio 2005 contro Howard Eastman, campione europeo dei medi e considerato il primo contendente per il titolo. Hopkins seppe imporsi dall’inizio alla fine, vincendo nettamente ai punti con i punteggi di 119-110, 117-111 e 116-112. Il 16 luglio 2005 affrontò l’imbattuto talento dell’Arkansas Jermain Taylor in un incontro di 12 round valido per tutte e quattro le cinture in possesso di Hopkins. Quest’ultimo, proveniente da una striscia di 20 vittorie consecutive, iniziò il match lentamente aumentando lentamente l’intensità con il passare dei round. Dopo numerose tornate molto serrate, la sfida terminò ai punti con la sconfitta del campione in carica per decisione non unanime e la conseguente perdita di tutte le sue cinture. Sebbene la performance di Taylor sia stata brillante, molti analisti ritennero comunque il match favorevole al pugile di Filadelfia. Il 3 dicembre dello stesso anno l’Executioner combatté nuovamente Taylor in una rivincita, questa volta perdendo nettamente ai punti con un punteggio di 118-109 a suo sfavore. L’8 novembre del 2014 il campione del mondo dei pesi massimi-leggeri WBA ed IBF Bernard Hopkins affrontò il campione del mondo della medesima categoria WBO: l’imbattuto russo Sergej Kovalëv (25–0–1; 23 KO). Il russo si presentava come un avversario pericoloso, nonché come una delle stelle nascenti della divisione. L’incontro si svolse allo storico ring di Boardwalk Hall ad Atlantic City, di fronte a più di 8545 spettatori. Nel match Hopkins subì l’iniziativa del russo per tutti e 12 i round, andando giù e venendo contato già alla prima ripresa. Il match terminò ai punti con una vittoria schiacciante di Kovalev (120-107, 120-107 e 120-106), che unificò così i titoli mondiali WBA, IBF e WBO dei mediomassimi. Subito dopo l’incontro, nonostante la sonora sconfitta, Kovalev definì il suo sfidante come il miglior pugile della sua categoria, invitandolo al contempo a porre fine alla sua lunga carriera agonistica. Hopkins replicò affermando di non essere ancora totalmente convinto della possibilità di un ritiro e dicendo che “c’era solo il 50% di probabilità” riguardante un possibile addio. Il nativo di Filadelfia non combatté alcun match nel 2015 e preferì dedicare l’anno alla gestione di match all’interno della Golden Boy Promotions. Egli dichiarò inoltre di non volersi ancora ritirare, intenzionato a combattere ancora un ultimo match nel 2016. Nell’estate del 2016 Hopkins annuncia il suo ritorno sul ring in occasione dell’ultimo match della carriera, pubblicizzato come The Final One. Egli motiva la sua decisione al fatto di voler lasciare il mondo del pugilato con una vittoria. Ad ottobre viene scelto come sfidante il promettente newyorkese Joe Smith Jr. di ventiquattro anni più giovane: per il suo ultimo incontro l’ex campione decide di allenarsi con John David Jackson, preparatore di Kovalëv ed ex pugile che Hopkins stesso aveva sconfitto in passato. Il Final One si tiene il 17 dicembre seguente al Forum di Inglewood, in California, dinnanzi ad un pubblico di 6513 appassionati. Pur risentendo della maggiore freschezza fisica e dell’aggressività del rivale, Hopkins si rivela un nemico ostico e fa affidamento alla sua esperienza ed alle sue doti tecniche. L’epilogo arriva agli inizi dell’ottava ripresa, quando Smith bersaglia Hopkins alla testa con un’efficace combinazione che lo spinge fuori dal ring. Per via della brusca caduta il pugile di Filadelfia riscontra difficoltà a camminare ed è impossibilitato a risalire sul quadrato entro venti secondi (come da regolamento), sancendo così la fine dell’incontro per KO tecnico. È la prima volta in carriera che Hopkins viene fermato prima del limite. Al momento dell’interruzione l’ex campione del mondo era in svantaggio su due cartellini dei giudici: 69-64 e 67-66 per Smith contro un 67-66 per Hopkins. Al termine della sfida il pluricampione dei medi e mediomassimi annuncia il suo ritiro, chiudendo la sua lunga carriera con un record di 55 vittorie, 8 sconfitte e due pari.