Addio ad un campione italiano
Benito Michelon (Padova 09/02/1939 – Alessandria 26/03/2018), dopo un’infanzia difficile, trascorsa in vari campi per profughi di Tobruk, Libia, dove la famiglia si era trasferita subito dopo la sua nascita, nel 1948 arriva ad Alessandria alle “casermette” dove abiterà per molti anni.Nel 1952 inizia a praticare il pugilato presso la società Astoria Boxe avendo come istruttore l’indimenticato Spartaco Spolveroni.Nel 1955 debutta tra i novizi passando quindi alla categoria dilettanti dove – in breve tempo consegue numerosi successi.Entra a far parte della Nazionale Italiana la cui preparazione avviene ai collegiali di Porto Recanati ed Orvieto con maestri federali quali Rea e Klaus e dove ha la possibilità di allenarsi con i migliori pugili del momento (Benvenuti, De Piccoli, Musso, Lopopolo, Napoleoni, Bossi, Favari, Saraudi, Del Papa ecc.) con i quali viene inserito nello staff che parteciperà alle Olimpiadi di Roma del 1960. Proprio in occasione di questi mitici giochiOlimpici avrà modo di conoscere personalmente molti degli atleti che vinceranno la medaglia d’oro, tra cui Livio Berruti e Mohammed Ali.Con la rappresentativa azzurra partecipa a numerosi incontri all’estero, vincendoli quasi tutti, molti dei quali prima del limite.Dopo le Olimpiadi del 1960 passa al professionismo, e qui la sua carriera si interrompe perché richiamato al servizio militare.Congedato nel 1962 è costretto ad un duro lavoro per recuperare i tempi finché, con una folgorante serie di successi ottenuti prima del limite, arriva a disputare l’incontro per il titolo italiano dei pesi mediomassimi. Nel primo match ad Ascoli Piceno (dove conosce il grande campione Rocky Marciano) viene fermato per intervento medico. La rivincita è fissata per il 26/12/1964 quando, sul ring allestito al Palazzetto dello Sport di Alessandria, riesce a far suo il titolo italiano battendo ai punti il detentore Piero Del Papa tra l’entusiasmo del pubblico.La sua supremazia a livello nazionale durerà due anni: sarà Saraudi a strappargli il titolo nel 1965 a Milano, in un incontro perso per intervento medico. Durante la sua carriera sportiva, caratterizzata da un notevole temperamento, ha disputato da dilettante più di 120 incontri perdendone 11, mentre da professionista gli incontri sono stati 44 con solo 4 sconfitte.Nel 1970 “appende i guantoni al chiodo” e, conseguito il diploma di insegnante, fonda lo Società Boxing Club da cui sono usciti campioni quali Fulvio Scuvera, campione regionale dilettanti pesi piuma, e Salvatore Romeo, campione italiano novizi pesi medi.I guantoni con cui ha vinto il titolo di campione italiano dei pesi mediomassimi nel 1964 e la cintura sono custoditi presso il Museo Etnografico Gambarina ad Alessandria.Numerosi sono stati i riconoscimenti ottenuti nel corso dell’attività sportiva, tra cui il Gagliaudo d’oro e la prestigiosa Fiamma Oro Augusta Taurinorum, consegnatagli a Bologna nel 1981 ed ottenuta, oltre che per meriti sportivi, per aver salvato dalle acque gelide del fiume Tanaro, nel febbraio dello stesso anno, due bambini che stavano per annegare.Durante il lungo periodo in cui è stato bagnino presso la Piscina Comunale di Alessandria molti altri sono stati gli episodi in cui si è reso protagonista salvando da annegamento tante persone.Nel mese di maggio del 2000 è stato votato dai lettori del giornale di Alessandria “Il Piccolo” che lo hanno proclamato “Il Campione del Secolo”.