Will Smith interpreta Muhammed Alì
Alì (Ali) è un film del 2001 diretto da Michael Mann e interpretato da Will Smith.Il film racconta dieci anni della vita di Muhammad Alì, ex campione del mondo dei pesi massimi, dalla clamorosa e inaspettata conquista del titolo contro Sonny Liston, allo storico incontro The Rumble in the Jungle, disputato in Zaire contro George Foreman, passando per l’amicizia con Malcom X, il rifiuto di arruolarsi nell’esercito statunitense e alla sua adesione all’Islam.Il film, che si segnala anche per essere la prima collaborazione tra il regista Micael Mann e Jamie Foxx, che lavorarono nuovamente insieme in Collateral e Miami Vice, consacrò definitivamente la stella di Will Smith, che dimostrò di essere capace di interpretare un ruolo lontano dai suoi soliti personaggi. Il pugile Joe Frazier viene interpretato dall’ex-campione mondiale dei pesi massimi dell’organizzazione WBA James “Lights Out” Toney, mentre i panni di George Foreman vennero vestiti da Charles Shufford, a sua volta pugile professionista.Muhammad Ali, nato Cassius Marcellus Clay Jr. (Louisville, 17 gennaio 1942 – Scottsdale, 3 giugno 2016), è stato un pugile statunitense, tra i maggiori e più apprezzati sportivi della storia.È l’unico peso massimo ad essere stato campione lineare per tre occasioni: nel 1964, 1974 ed infine nel 1978. Tra il 25 febbraio ed il 19 settembre 1964 fu inoltre campione indiscusso della divisione. Detiene il maggior numero di premi “pugile dell’anno”, assegnato da The Ring, avendo vinto tale riconoscimento nel 1963, 1966, 1972, 1974, 1975 e 1978.Soprannominato “The Greatest” (Il Più Grande), Ali è stato protagonista di alcuni dei più importanti e famosi eventi del mondo pugilistico. Tra questi vi furono la prima controversa sfida contro Sonny Liston, i tre aspramente combattuti match con l’irriducibile rivale Joe Frazier, ed il cosiddetto “Rumble in the Jungle”, il drammatico incontro nel 1974 in Zaire contro il campione in carica George Foreman, dove riconquistò i titoli persi sette anni prima.In un’era dove molti pugili lasciavano parlare i propri manager, Alì, ispirato dal wrestler Gorgeous George, si ritagliò il proprio spazio divenendo famoso come personaggio provocatorio e stravagante. Prese infatti il controllo di numerose conferenze stampa ed interviste, parlando liberamente anche di problemi non legati al pugilato. Con il proprio carisma si contraddistinse inoltre come uno dei principali innovatori della pratica del trash-talking nel mondo sportivo. Trasformò profondamente il ruolo e l’immagine dell’atleta afroamericano negli Stati Uniti, diventando punto di riferimento del Potere Nero. Secondo la scrittrice Joyce Carol Oates, fu uno dei pochi atleti a “definire con i suoi termini la propria reputazione pubblica”.